Poesie di Gianni Regalzi
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LA NOSTRA CANZONE (LET IT BE)

Scivolano veloci i minuti, le ore
e i mesi, con un turbinio di smorti colori.
Languidi ricordi d'un tempo m'imperlano la fronte
e annegano inesorabilmente nell'oblio.
La strada è affollata di nessuno e l'anima
si perde nel vuoto di un oscuro domani.
Un cane zoppo mi passa accanto con
uno sguardo strano; incerto attraversa la strada
poi ritorna e mi si accuccia accanto.
Le luci dei fanali riflettono spettri senza tempo
e sull'umido marciapiede, una bambola rotta
guarda fisso il muro sbrecciato.
Dove sei ora, con chi sei, a cosa pensi?
Muta certamente ti sarà la mia voce
e buio nella tua mente sarà il mio ricordo.
Eppure una notte di una torrida estate ormai lontana
cantavamo insieme la nostra canzone.
Let it be recitava, "Lascia che sia" mi dicevi;
io mi chiedevo perché e tu ripetevi "Lascia che sia cosi
senza chiederti altro".
Poi l'autunno crudele ha inondato con fitta pioggia
di lacrime lo specchio della mia perduta anima.

Alessandria, 25 Novembre 2003 (Era Ebraica 5764)



VIVO RICORDO

Su quel balcone
in una sera d'autunno
trovammo l'infinito.
Io lo sapevo, tu lo sapevi:
ma non osammo dirlo.
Poi un violento terremoto
mi sconvolse la mente.
La mia anima grigia
si fece nera per il desiderio
del tuo Paradiso.
Ombre e luci d'intorno
si riempirono della tua
essenza proibita.
Volevo e non volevo,
volevi e non volevi:
atroci sofferenze
nei nostri feriti cuori.
Giorni senza fine
nella trepidante attesa
della sera.
Paure, rimorsi, gioia infinita,
profonda disperazione:
inutile speranza di un domani
che non sarebbe mai arrivato.
Brevi sereni, violenti fulmini e
fugaci illusioni senza senso.
E venne la torrida estate,
rovente come il fuoco
che ci bruciò le vene.
Inesorabile però giunse la tua fine.
Coperta da sterili lini mi dicesti:
"DON'T FORGET TO REMEMBER ME".
Ed è così.

Alessandria, 11 Gennaio 2004



IL LEGIONARIO

Sabbia rovente,
sole assassino.
Mi dicevano:
"Marcia, marcia,
per non morire".
Mi guardavo allo specchio
e non vedevo nessuno.
Chi sono, non lo volevo sapere,
chi ero non lo volevo ricordare.
Dopo la duna di sabbia
modellata dal vento, forse la fine,
l'inutile fine che porta la quiete.
Mi dicevano:
"Uccidi per non essere ucciso".
"Ma perché?" mi chiedevo!
"L'hai voluto tu":
mi rispondevano.
"Volevi dimenticare te stesso?"
"Ecco ci sei riuscito".
"Non guardarti dentro,
uccidi per non essere ucciso".
Poi, un lungo volo sopra le nuvole nere
di una notte senza tempo.
Folta boscaglia, radura con capanne d'arbusti.
Mi avevano detto:
"Uccidi per non essere ucciso".
Nere figure inermi; uomini,
donne e forse bambini,
abbandonati nel loro ultimo sonno.
Spara, spara senza chiederti perché;
"Uccidi per non essere ucciso".
Queste parole mi bruciavano la mente.
Volo di ritorno con l'anima sanguinante.
La mia anima era nero pece,
ma sentivo ancora la voglia di amare.
Una provvidenziale barca di pescatori
come un vascello divino,
mi ridonò l'immagine
riflessa nello specchio.

Alessandria, 1 Marzo 2004 (Era Ebraica 5764)



HO VISTO UN ANGELO

Impervia era la mia via,
buia come una notte senza luna.
Muri sbrecciati,
cieche finestre,
ali tarpate,
inutili voli,
fiori appassiti.
Arcani silenzi e strazianti ricordi
di passioni lontane
mi offuscavano la mente.
Poi ho visto un Angelo
e d'improvviso è scoppiato il sereno.
Tremendo sereno d'impossibile azzurro
e d'irraggiungibile carezza di luce.

Alessandria, 3 Marzo 2004



OMBRA ASSASSINA DI LUCE

In quest'aria livida,
nell'ombra assassina di luce,
si mesce confusa una voce,
un flebile suono, un sussurro,
un fioco lamento lontano.
"Chi è, dov'è" mi chiedo,
con gli occhi non vedo,
gli orecchi sono sordi a quel suono,
ma se l'anima apro,
violento m'appare il mio viso.
"Sono io" mi dico,
sono io,
oltre l'ombra assassina di luce,
sono io,
dove forse non c'è il Paradiso.

Alessandria, 6 Giugno 2004



VERTIGINE

Vertigini d'edera e narcisi turchini,
sgretolano quel impenetrabile muro
e colmano l'abisso d'ombra
che soffoca la mia perduta anima.

Alessandria, 6 Giugno 2004



TRAMONTO

C'è qualcosa di strano stasera
nei colori di questo tramonto;
quel rosa di gote,
quel iride verde,
quelle bave di nuvole brune,
scomposti capelli nel sospiro del vento.
Dintorno velato turchino
di segreta speranza,
ed io,
da quel timido spicchio di luna
ti guardo ed invento parole.

Alessandria, 23 Luglio 2004



LENTO ALITO DI FIAMMA

Un lento alito di fiamma sul tuo viso
è il ricordo d'un sospiro
nel profumo della sera.
Quella torrida sera d'una abbagliante estate
graffiata dal tuo sguardo nel mio cuore.
Dintorno musica e musica e calore.
Calore e colore d'ombra di sogno
vestito dall'ambrosia del tuo ultimo sorriso.
Quell'ultimo sorriso, quell'ultimo saluto
mentre la mia anima ti sfiorava gl'occhi.
Così svanì quel sogno, ma la sua eco
violenta mi rimbomba nella mente.

Alessandria, 15 Aprile 2005



M'IMMERGO NEL SOGNO

M'immergo nel sogno
in questo tramonto di luce,
ascolto la voce,
sussulto al richiamo;
è un'eco, è l'eco sublime
d'un vortice cupo che ancora
m'offusca la mente.
Delirio d'un tempo passato
e tutt'ora presente,
virente vertigine d'un unico eterno momento.
Non era il tempo a dividerci,
non era il mio argento,
ma un bieco destino di sole accecante
che inesorabile volge al tramonto.

Alessandria, 31 Luglio 2005



NELL'OMBRA LA QUIETE

In questo silenzio di luce
ritrovo la pace
che il sole m'aveva negato.
Quel sole maligno e tiranno
che sempre t'illude
mostrando le cose più belle
per poi massacrarle
con spade roventi d'inferno.
Il sole è fatua speranza,
nell'ombra la quiete.
La luce ti mostra i colori
disegni d'un sogno
che subito a sera svanisce.
Rimane la voglia, il delirio,
rimane il dolore.
Ti resta soltanto il pensiero
che i sogni più belli
vivranno per sempre e soltanto
nell'ombra del cuore.

Alessandria, 9 Agosto 2005



ORA SO TUTTO O FORSE NULLA

Voglia di tutto, voglia di nulla,
vertigine di un sogno mai sognato,
ombra lontana un secolo
e d'improvviso concreta
in questo istante vago.
Tangibile miraggio dell'eterno
colto in un solo segno,
in quest'ombroso mattino
celato dal sospiro della natura
che sento stranamente amica.
Silenzio in questa melodia
di mistico mistero,
dove ogni foglia
mi parla e piange e ride e regna.
Ora so tutto o forse nulla;
ho percepito l'essenza della vita.
Ecco un passante; mi guarda, mi saluta
e violento riprecipito
nel disumano rantolo del reale quotidiano.

Alessandria, 13 Agosto 2005



SOSPIRO D'UN SOGNO

In questo tramonto di luce l'ascolto.
E' un flebile suono,
un lento lamento lontano,
un volto dal velo celato.
E' il sospiro d'un sogno;
un sogno mai nato
che giace nel fondo di quest'anima
persa nel vortice buio
di vana speranza annegata dal tempo.
Questo tempo tiranno
mai sazio di brama
che tutto divora e condanna.
Non resta più nulla;
né sole, né sale, né vento, né mare
e il mio umile fiore d'appassita corolla
chinando il suo stelo,
nel buio più buio si perde e s'affanna.

Alessandria, 21 Agosto 2005



APRIMI IL TUO OPACO VELO

Gioia fugace, dolore, affanno
su questa diabolica altalena –la vita-.
Sussurri, forti suoni e brezza marina
e uragani, frustano l'attesa d'un momento
che forse mai verrà.
E la tua voce manca, manca il tuo sorriso,
manca la tua lacrima e quel sospiro
subito spento nel suo nascere –mi manca-.
Bussa violenta la mia Poesia
non può abortire,
necessita il profumo della tua pelle,
della tua eburnea pelle,
dei tuoi d'Inferno crini
che tanto m'han sofferto
e forse un solo istante m'han gioito.
Dammi la chiave, fammi entrare
nelle tue inaccessibili mura
e aprimi il tuo opaco velo:
non posso più soffrire.

Alessandria, 26 Agosto 2005



PER TE

Ieri c'eri e m'eri vicina,
subito dopo fuggisti.
Ricordo il dolore,
ricordo l'amaro sapore
che tutta la mente m'invase.
Poi sei ritornata,
ancora vicina,
ancor più di prima vicina.
Elastico teso, più teso,
a volte allentato:
ed io, come secchio assetato,
nel cieco tuo pozzo m'immergo,
ma dolente e stracolmo di vana speranza,
soffrendo riemergo.

Alessandria, 27 Agosto 2005



HO SEMINATO UN SOGNO

Nel solco del mio affanno
graffiato dalla tua indifferenza
ho seminato un sogno.
Seme appassito,
forse infecondo,
e fredda terra -la tua anima-
sarà la sua crudele urna.
L'inutile calore di fatua fiamma
subito in te svanita
soffocherà sul nascere
il mio impartoribile fiore.

Alessandria, 9 Settembre 2005



SOGNI ARROTOLATI

Sogni raggomitolati intrisi d'abitudine
solcano d'incolmabili rughe la mia mente.
Arruffati presentimenti ricchi di nulla
mi lasciano l'amaro in bocca in questo
inquietante argento d'autunno.
Preludio di gelo, incubo notturno
e fetore d'ombra è questa disumana attesa
mentre il buio inverno, con la sua oscena quiete
bussa inesorabile alla mia socchiusa porta.

Alessandria, 30 Settembre 2005



VOGLIA DI NULLA

Voglia di tutto quel nulla
che giace nel pantano dell'inquietudine.
Non mi resta che un filo di ragno
per portare alla luce
quel desiderio pesante una vita
e lontano come l'irraggiungibile
miraggio d'un sogno, mentre
insistente pioggia salata
mi brucia gli occhi.

Alessandria, 20 Ottobre 2005



DONNA FATAL DI NERO VEL VESTITA

Donna fatal di nero vel vestita
è dolce come il miele la tua pelle,
io sogno di sfiorati e la mia vita
s'illumina di luce come stelle.

T'immagino sdraiata in mezzo a un prato
su tulipani e rose come letto
e questo desiderio mio sognato,
trafigge come lama il mio intelletto.

Neri come l'inferno i tuoi capelli
chiara la pelle tua come la luna
lascia che la mia mente s'arrovelli,
dopo di te, non voglio più nessuna.

Cotanta brama mi ferisce il cuore
e la mia vita non ha più valore
se non è riscaldata dal tuo amore.

Alessandria, 8 Novembre 2005



INTANTO IL TEMPO MIO SI SCOLORA

Intanto il tempo mio si scolora
e la sue brame annega nel ricordo,
non ci sarà mai più nessuna aurora
e le mie mani, disperato mordo.

Ripenso al vano tempo mio passato
e per lenire un poco le mie pene,
anche se so che non mi hai mai amato,
tu mi dicesti un dì: "Ti voglio bene".

Baciato ormai l'argento ha i miei capelli
e la mia penna ha perso un po' d'ardore
rimpiango con rivalsa i giorni belli,

la mente mia pervasa è dal dolore
i miei pensieri non son più ribelli,
ma sono fomentati dal rancore.

Alessandria, 25 Novembre 2005



FIORE MIO FIOR

Come la goccia al gelo si fa neve
e cambia veste e muta la sua forma,
anch'io così, in questo tempo greve,
mi guardo indietro e non ritrovo l'orma.

Muta d'innanzi a me m'appar la strada,
vedo soltanto volti sconosciuti,
straniero ciò che vedo e ovunque vada,
si mutano in eterno i miei minuti.

Fiore virente un giorno in mente avevo,
fiore appassito ormai ho nella mano
e nell'amaro calice ora bevo.

Fiore dal capo chino per l'inverno,
fiore, mio fior sei diventato vano
s'è aperta ormai la porta del mio Inferno.

Alessandria, 29 Novembre 2005



PROFUMA COME ROSA LA TUA BOCCA

Profuma come rosa la tua bocca,
candida la tua pelle come neve
il desiderio mio ormai trabocca,
e la mia vita rende molto greve.

Tu sei preziosa ed io sono cocciuto
m'hai sempre detto No, ma io insisto,
non mi rassegnerò al tuo rifiuto,
qualunque cosa fai, io non desisto.

Tu sei cerbiatta ed io son cacciatore,
celata sempre sei nella boscaglia,
ma prima o poi ti ferirò nel cuore.

Ora lo sai che non mi puoi sfuggire
tieniti pronta a dar dura battaglia
sappi che senza te, potrei morire.

Alessandria, 2 Dicembre 2005



COLEI CHE DEI MIEI GENI PORTA IL SEGNO
(dedicato alla figlia Claudia)


Colei che dei miei geni porta il segno,
or ora proprio m'ha incaricato,
di ringraziarti pel tuo grande impegno
d'avere sto sonetto pubblicato.

Invece rivolgendosi a me dice,
che sono forse affetto d'andropausa
però sorride e certo è felice
d'essere lei del mio orgoglio causa.

Gran rompiballe è, sempre discute
ogni capello in quattro lei sa fare
e quasi mai abbiam stesse vedute,

però è dolce, cara, intelligente
e appena terminian di "bisticciare",
illumina all'istante la mia mente.

Alessandria, 3 Dicembre 2005



ED INFINE UNA CROCE

Mi porta la mente nel dolce passato.
Profumo di muschio,
rugiada di bosco,
sentori di miele d'un primo albeggiare,
d'un rosso aquiline l'allegro ondeggiare,
sussurri del fiume che corre fra i sassi,
un canto di donna che stende i suoi panni,
il cane che abbaia nel vecchio cortile,
la lucciola breve sul far della sera,
la pianta di fico stracolma di sole,
quel rovo intricato generoso di more,
narcisi a trombetta,
boccioli di rosa,
e il soffio del vento che bacia il mio cuore.
Ricordi lontani annegati nel nulla
e tetra, e confusa, nell'aria fumosa,
una croce di legno violenta il mio senno.

Alessandria, 10 Aprile 2007



A ME STESSO

Colore sale e pepe i miei capelli,
basetta da Rodolfo Valentino,
m'hanno anche detto che ho gli occhioni belli,
praticamente sono un figurino.

Anche se gli anni più non sono quelli
di quando scorrazzavo in motorino
e un sogno m'appariva la "BENELLI",
mi guardo dentro e trovo un bambino.

Ma quando allo specchio mi rivolgo
m'accorgo che il mio tempo sta volando
e d'altra parte il mio sguardo volgo.

Questa è la vita, passa troppo in fretta
e te ne accorgi solamente quando
non puoi che divorar l'ultima fetta.

Alessandria, 20 Aprile 2007



PANTANO DI PUTRIDA NOIA

Attraverso con affanno, in solitudine
questo pantano di putrida noia
intrisa d'attesa infinita
e d'inquietante ansia.
Solo, fra gente che non coglie
l'attimo celato dalla fredda apparenza.
L'effimera certezza del visibile
mi soffoca la mente, m'insanguina gli occhi
e come armento fra gli armenti,
bruco amara nebbia
su improbabili pascoli metropolitani.

Alessandria, 11 Giugno 2007



FALCE ASSASSINA

Vaghi e lontani ricordi s'affollano
in questo avanzato fumoso meriggio,
denso di noia e di dolente attesa.
L'uragano minaccioso del visibile,
con la sua gelida furia, mi violenta.
La memoria è affogata nell'asfalto
tutto uguale e negli opachi
alveari senza storia.
La fioca e lenta luce a me si cara,
che un tempo dipingeva i miei tramonti,
s'è fatta fredda nebbia che confonde
le inutili speranze ormai deluse.
E senza affanno alcuno,
la stinta sera ha ripartorito
quell'assassina Falce
sempre più puttana.

Alessandria, 8 Agosto 2007



ESISTERE - SOGNARE

Esistere sognando,
o sognare d'esistere?
Tempo senza spazio; questo è l'incubo, la fine.
Spazio senza tempo; unica speme.
Sussurri d'infinito
che spargono quel polline di quiete
sempre più lontana.
Lontana e assai vicina
come l'ombra dell'istante
che un dì violentemente
m'ha arroventato l'anima,
lasciandomi l'impronta di quel fuoco.

Alessandria, 2 Ottobre 2007 (Era ebraica 5767)



HO SCORTO IL PIU' E IL MENO OLTRE QUEL VELO

Ho scorto l'infinito in uno sguardo,
le tenebre in una Bambola di cera.
Nell'umile trifoglio l'universo,
nel gelo della folla solo il nulla.
L'eternità in un battito di ciglia,
nel sangue sull'asfalto la violenza.
Nel volto d'un bambino il Paradiso
e l'incubo in legno freddo e scuro.

Ho scorto il Più e il Meno oltre quel velo.
Nel Meno il Più s'affanna.
Forse la speranza nel Più si cela,
ma senza il Meno , il Più nulla ti svela.

Alessandria, 19 Novembre 2007



VISIONE ORFICA

Ti ho vista nella nebbia e tu non c'eri.
Io ti parlavo, tu non rispondevi.

Il Freddo Bronzo "Occhi senza luce"
volgeva a me parole fredde e dure:
"non puoi restar quaggiù, non è il tuo tempo:
ritorna al tuo presente, lo puoi fare,
la via è ancora aperta, sei in tempo".

Intanto dispiegavi le tue ali.
Dapprima come vele di farfalla
sfioravano il mio volto con dolcezza,
ma in men che non si dica quelle stesse,
son diventati artigli insanguinati
che straziano insaziabili il mio cuor.

Fuggo col passo cieco verso il prima,
la via s'è fatta stretta e aspra e dura.
No posso proseguire, ora c'è un muro,
un freddo muro come legno scuro.

Alessandria, 19 Novembre 2007



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